Perché il punto interrogativo (punto di domanda) è fatto così?

A cosa si deve la forma del punto interrogativo (o punto di domanda)? Per trovare una risposta, bisogna indagare nella storia.

La storia del punto interrogativo

Nell’antica Grecia, per dare un tono interrogativo a una frase scritta, si usava un altro segno: il punto e virgola ( ; ).

Nella lingua latina, invece, si scriveva la parola quaestio alla fine della frase interrogativa.

Nel medioevo, dunque, i monaci copisti dovevano ripetere la parola quaestio alla fine di ogni domanda presente nei testi latini che trascrivevano. Iniziarono ad abbreviarla in “qo”, prendendo cioè la prima e l’ultima lettera, in modo da non dover scriverla continuamente.

Monaci copisti nel film Il nome della Rosa
Monaci copisti nel film Il nome della Rosa

Per non confondere “qo” con altre abbreviazioni, i copisti non scrivevano le due lettere sulla stessa linea orizzontale, ma collocavano la q sopra alla o, in senso verticale. In pratica scrivevano così:
q
o

Un esempio di domanda con l'abbreviazione "qo" (quaestio).
Un esempio di domanda in lingua latina, con l’abbreviazione “qo” (quaestio).

Col passare degli anni, le due lettere vennero stilizzate sempre più, finché la q
si trasformò in un ricciolo, mentre la o divenne un punto (o → .).

Quindi, riassumendo, il punto interrogativo nacque nel medioevo e la
trasformazione fu questa:

quaestio → qo → ?

Fonti:
R. Zordan, Datti una regola, Milano 2012.
E. Tonani, Voce «punto interrogativo», Enciclopedia dell’Italiano, Treccani 2011.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

error: Content is protected !!