Minuscoli ma preziosi tesori si nascondono a Trieste: le gemme romane e moderne

Storia della gemme del museo d’antichità di Trieste

La storia della collezione di gemme del Civico Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann” di Trieste inizia con l’acquisizione, avvenuta nel 1870, della raccolta del farmacista triestino Vincenzo Zandonati. Questi, trasferitosi ad Aquileia, aveva radunato una moltitudine di antichità e, trasformando parte della sua casa in un museo, le aveva messe a disposizione di visitatori e studiosi. Nella collezione di Zandonati figuravano 1142 intagli e 83 cammei.

Nel 1910, alla morte del barone Giuseppe Sartorio, le eredi donarono al museo le sue raccolte di antichità, tra le quali quella di gemme, che provenivano prevalentemente da Aquileia: ne furono acquisiti 111 esemplari, ma di essi attualmente se ne conservano soltanto 55, a seguito di un furto avvenuto nel 1920.

Museo d'Antichità Trieste

Nel 1916 il museo ottenne la cospicua collezione di Vittorio e Giuseppina Oblasser, costituita da opere d’arte antiche e moderne, tra le quali si contavano 262 gemme incise di età classica, 229 moderne, 124 cammei e 29 paste vitree.

Una novantina di gemme, infine, sono arrivate al museo per singoli doni o acquisti.

In occasione di queste acquisizioni non ci fu l’accortezza di tenere ben distinte le collezioni: gli esemplari di Zandonati furono dapprima sommati ai pezzi di altre raccolte già presenti, poi mescolati a quelli pervenuti successivamente. Alcune gemme, inoltre, sono state smarrite.

Gli studi sulle gemme del Museo d’Antichità

La collezione glittica triestina, a lungo dimenticata, è stata oggetto di ricerche scientifiche, e non più antiquarie, soltanto negli ultimi dodici anni, grazie all’iniziativa di Marzia Vidulli Torlo, curatore archeologico. Lo studio sistematico su di essa, però, sta subendo dei rallentamenti, quasi un’interruzione, per la gran mole di lavoro che esso richiede e per la penuria di finanziamenti.

La prima ad aver lavorato al riordino della collezione è stata la studentessa Corinna Fontanive in occasione di un tirocinio: dopo aver individuato 400 gemme, ne ha selezionate e studiate alcune per la sua tesi di specializzazione (Fontanive 2005-2006). Questo primo riordino ha permesso ad Attilio Mastrocinque (2007) di pubblicare le schede di 28 gemme appartenenti alla collezione triestina all’interno della Sylloge Gemmarvm Gnosticarvm.

Ancora una volta durante un tirocinio, nel 2008, Pamela Tedesco e Anna Scrigni hanno ripreso il riordino, a cui è seguita la pubblicazione di due cataloghi.

Nel primo, Preziosi ritorni a cura di Annalisa Giovannini (2008), vi è la schedatura di 51 esemplari, di cui la maggior parte inedita; il catalogo è stato pubblicato all’interno di un volume che ha accompagnato la mostra dal titolo “«Smiraldo con testa feminile ornata … cargniola con due teste piccole» (Gerolamo de’ Moschettini 1816). Fulgore di colori nel collezionismo asburgico: gemme aquileiesi per la prima volta tornate da Vienna e Trieste”, esposta al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia a partire da dicembre 2008.

Il volume Preziosi Ritorni del 2008

Il secondo, curato da Annalisa Giovannini e Marzia Vidulli Torlo (2011), è stato pubblicato in occasione della mostra “Gioie della Terra. Gemme del Civico Museo di Storia ed Arte di Trieste”, svoltasi presso la Grotta Gigante nel 2011 e in seguito trasferita nelle sale del museo; la quantità di gemme schedate è raddoppiata, ma quelle inedite sono soltanto la metà, perché si riprende la pubblicazione precedente.

Gioie della Terra

Successivamente non sono stati pubblicati ulteriori cataloghi, né la collezione è stata studiata sistematicamente per intero. In questo momento alcuni esemplari sono oggetto di studio da parte di una studentessa dell’Università di Udine. Considerando che è formata da più di duemila gemme, la collezione potrebbe offrire ancora molto materiale inedito per un’indagine approfondita, diffusa e protratta nel tempo.

Nell’estate del 2016, in qualità di volontaria su incarico dell’Associazione di Volontariato Culturale “Cittaviva” , Pamela Tedesco ha completato il riordino iniziato nel 2008. Nel corso del 2017, sempre come volontaria, si è occupata della compilazione delle schede RA (reperto archeologico) di 225 gemme per il Catalogo del Comune di Trieste.

Esplorare le gemme nel catalogo online

Nel Catalogo Integrato dei Beni Culturali del Comune di Trieste sono presenti le schede di 225 gemme del Museo d’Antichità di Trieste.

Aprendo prima l’homepage del Catalogo e poi la pagina della ricerca “avanzata” (menù a sinistra), si possono vedere tali schede, cercando semplicemente il termine “gemma” nel campo “Titolo” e spuntando “Reperto archeologico”.

Gemme aquileiesi nel Civico Museo di Storia ed Arte di Trieste

Talvolta è possibile ricondurre le gemme triestine alle officine aquileiesi che probabilmente le produssero. A titolo d’esempio, ecco un confronto tra una gemma della collezione del Museo d’Antichità di Trieste e alcuni esemplari del Museo Nazionale di Aquileia, che riporto qui di seguito. Le somiglianze sono evidenti: indicano che la produzione è avvenuta in una medesima officina, oppure che è stato utilizzato per l’incisione un repertorio comune e ripetuto con poche varianti.


1. Gemma del Museo d’antichità di Trieste

Materiale: diaspro verde
Datazione: sec I d.C.
Raffigurazione: Capretta in alto di saltare presso albero stilizzato a forma di cipresso, posto su lieve rialzo roccioso.
Collocazione:CMSA
Inventario: RA011695 (Gemme 0040)

Gemma triestina

2. Gemma del Museo Nazionale di Aquileia

Gemme aquileiesi

Immagini delle gemme aquileiesi tratte da: Sena Chiesa 1966, tav. LVII nrr. 1130, 1131.


Bibliografia

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Casari, P., 2009, Le gemme della collezione Sartorio a Trieste, in Sena Chiesa, G., Gagetti, E. (edd.), Aquileia e la glittica di età ellenistica e romana, Atti del Convegno “Il fulgore delle gemme. Aquileia e la glittica di età ellenistica e romana” (Aquileia, 19-20 giugno 2008), Trieste 2009, 383-386.
Fontanive, C., 2005-2006, Studio di alcune gemme con raffigurazione di Afrodite-Venere della collezione glittica del Civico Museo di Storia ed Arte di Trieste (Tesi di Diploma in Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana, Relatore Monika Verzar, Correlatore Fulvia Ciliberto, Scuola di Specializzazione in Archeologia, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 2005-2006).
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Ruaro Loseri, L., 1983, All’origine dei Musei di Trieste: la raccolta Zandonati, «AAAd» 23, 259-273.
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