Tecniche per l’insegnamento del lessico ed esempi pratici

Questo articolo è tratto dal saggio breve “Tecniche per l’insegnamento del lessico ed esempi pratici” di Pamela Tedesco, elaborato per il modulo “Le abilità linguistiche” nel corso del Master in Didattica della lingua italiana a stranieri (Università per stranieri “Dante Alighieri” di Reggio di Calabria, anno accademico 2019-2020).

Le attività didattiche per la competenza lessicale

Il QCER (Quadro Comune Europeo di Riferimento) definisce la competenza lessicale (lexical competence) come «knowledge of, and ability to use, the vocabulary of a language, consists of lexical elements and grammatical elements»[1], ovvero come la conoscenza e la capacità di usare il vocabolario di una lingua, composto da elementi sia lessicali sia grammaticali. Si tratta di una definizione piuttosto recente, in quanto soltanto a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso è stata riconosciuta una certa importanza alla competenza lessicale nell’apprendimento di una lingua straniera, dunque si è iniziato a indagare su come ne avviene l’acquisizione e su come devono essere organizzate le attività didattiche a essa finalizzate.

Di conseguenza le ricerche sulle tecniche migliori, da adottare per l’insegnamento del lessico, non sono ancora concluse, bensì spesso il docente si ritrova a sperimentare autonomamente nuove attività didattiche, frutto della sua capacità di individuare del materiale e degli strumenti adeguati e stimolanti, talvolta dando prova di ingegnosità, in considerazione della frequente inadeguatezza dei testi scolastici. È stato dimostrato che per l’apprendimento del lessico non è sufficiente proporre delle attività che si limitino a mettere lo studente in contatto con le parole, come per esempio la lettura, ma piuttosto sono necessarie delle attività che incentivino l’impiego dei termini imparati, come nel caso degli esercizi lessicali. Devono essere evitate, dunque, le liste di parole nuove, che implicano uno sforzo di memorizzazione maggiore rispetto a un testo contenente il lessico da insegnare, in quanto sono prive di contenuto linguistico e di coinvolgimento emotivo. Di fronte a un testo, scritto od orale, il discente può ricavare dal contesto il significato dei termini sconosciuti, riuscendo a memorizzarli con maggiore facilità; l’acquisizione del lessico, inoltre, avviene più rapidamente se il significato viene dedotto senza la ricerca nel dizionario.

Possibili esercizi per l’apprendimento del lessico

L’insegnante può proporre ai suoi studenti esercizi sia per la presentazione di nuovo lessico da assimilare, sia per il consolidamento dei termini già acquisiti. Una prima categoria è rappresentata dalle attività che tendono a proporre il lessico senza un contesto, quindi se ne consiglia un utilizzo moderato. Appartengono a tale categoria le seguenti tipologie di esercizi: traduzione nella lingua madre; abbinamento di termini a definizioni, di sinonimi o di antonimi; scelta multipla con definizioni, ossia dato un termine bisogna individuarne la definizione corretta, oppure viceversa data una definizione bisogna indicare il corrispondente termine corretto. Un altro gruppo comprende le tecniche insiemistiche, come nel caso dell’esercizio che consiste nel riconoscimento delle parole intruse, o di quello che prevede la creazione di termini o sequenze sulla base del significato delle parole. Per l’insegnamento del lessico è possibile utilizzare anche gli schemi a ragno (spidergram), che al centro presentano un iperonimo, punto di partenza per la creazione di famiglie di parole.

Tecniche per l’insegnamento del lessico tramite le associazioni

Possono essere proposte, inoltre, delle attività che prevedono delle associazioni, come la creazione di frasi a partire da una serie di parole, che devono essere abbinate in base a relazioni logiche, oppure l’associazione di termini presentati in una lista, che devono essere accoppiati correttamente a suoni e rumori registrati e riprodotti durante la lezione. Rientrano nella categoria appena presentata anche le associazioni di parole a immagini; si tratta di una tecnica particolarmente efficace, in quanto agevola la memorizzazione a lungo termine. È possibile mostrare, per esempio, una fotografia come quella sottostante,[2] chiedendo agli alunni di elencare gli oggetti visibili ed eventualmente di fornirne una descrizione (colore, forma, dimensione, ecc.).

Tecniche per l'insegnamento del lessico - Immagine

Tecniche per l’insegnamento del lessico tramite il completamento

Un altro modello di esercitazione, che si dimostra notevolmente proficuo, consiste nel completamento di parole mancanti, presentate a parte in una lista, oppure del tutto assenti e individuate autonomamente dallo studente. Questa tecnica può prevedere l’utilizzo di solo testo, come nel caso della riproduzione di un dialogo, oppure può essere accompagnato da raffigurazioni, in modo da facilitare la memorizzazione del lessico nuovo.

Una tipologia di esercizio di completamento, dunque,  può consistere in un brano, a cui l’insegnante sottrae i termini che ritiene siano ancora ignoti o poco utilizzati dai suoi studenti. L’argomento del testo può essere scelto liberamente, nel tentativo di stimolare l’interesse dei discenti, quindi potrebbe riguardare, per esempio, una descrizione del Paese di origine di uno o più studenti; in questo caso, se all’interno della classe vi sono allievi di nazionalità diverse, si possono presentare testi concernenti a turno uno dei Paesi di provenienza. Un brano rivolto a degli studenti russi potrebbe essere una descrizione del loro Paese, a cui vengono tolti alcuni termini, come quella riportata qui sotto; si ottiene, in questo modo, un maggiore coinvolgimento emotivo, che può aiutare nella memorizzazione del lessico:

«La Russia è lo Stato più esteso della CSI, ed è anche il più grande del mondo. La ________ dei Monti Urali divide in due parti il suo vastissimo territorio: a ovest si estende la parte europea occupata per intero dal Bassopiano Sarmatico; a est la Siberia si spinge, nel ________ asiatico, fino all’Oceano Pacifico. Il Bassopiano Sarmatico è attraversato da numerosi fiumi, in gran parte ________: tra questi il Volga, che sfocia nel Mar Caspio, è il fiume più lungo d’Europa. Gli altri principali ________ d’acqua si gettano nel Mar Nero (Don, Dnepr). A nord si estendono due grandi laghi: il Ladoga e l’Onega. La Siberia è costituita dal grande Bassopiano Siberiano, percorso dal fiume Ob e, procedendo verso est, dall’Altopiano della Siberia Centrale e da una serie di catene montuose. Nella ________  montuosa meridionale si trova il Lago Bajkal che, con i suoi 1620 metri, è il lago più profondo della Terra. In inverno le temperature in Siberia possono raggiungere i 50 °C sotto lo zero. Il ________ della Russia è ricchissimo di risorse minerarie: vi si estrae la maggior quantità di petrolio, gas naturale, ________, ferro e uranio d’Europa. L’industria, di conseguenza, è assai sviluppata in tutti i settori: dalla siderurgia alla chimica, dalla meccanica alla metallurgia. All’avanguardia anche i settori automobilistico, ________, elettronico e aeronautico. L’agricoltura, praticata soprattutto nella fascia centrale dove il suolo è più fertile, si concentra sulla produzione di cereali, ma in altre ________ si coltivano anche agrumi, barbabietole da zucchero, cipolle, ________, frutta, legumi, patate, pomodori, riso, tè. Le foreste del nord alimentano una fiorente industria del legno. Nelle vaste ________ si allevano bovini, ovini, suini e cavalli. Nei mari, fiumi e laghi la pesca è abbondante. In forte sviluppo i settori bancario, finanziario e commerciale così come il turismo, una voce sempre più importante nell’economia di un Paese che, per la sua vastità, conserva ________ di popoli e culture diversi: dalla celebre Piazza Rossa di Mosca, al grande Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo.»[3]

Assieme alla descrizione, viene presentata la seguente lista di termini mancanti: carbone, catena, continente, corsi, cotone, fascia, navale, navigabili, pianure, sottosuolo, testimonianze, zone.

I termini sono stati scelti per un livello intermedio; la difficoltà può essere aumentata, aggiungendo nella lista delle parole intruse, oppure aumentando la quantità del lessico da inserire. Oltre a chiedere agli studenti di completare il testo con le parole mancanti, fornite separatamente in una lista, si può proporre loro di rispondere ad alcune domande sul medesimo brano (a risposta chiusa o aperta), al fine di verificarne la comprensione generale e di rafforzare anche la competenza di lettura. Tra le domande ve ne possono essere inserite alcune, che chiedono di abbinare un termine presente nel testo alla definizione corretta; così facendo, si risolve il problema della decontestualizzazione tipica degli esercizi lessicali di abbinamento (vd. supra). Prendendo a esempio il brano riportato sopra, data la parola “siderurgia”, si potrebbe chiedere allo studente di scegliere la definizione corretta tra le seguenti: “scienza che studia le proprietà, la composizione, l’identificazione, la preparazione e il modo di reagire delle sostanze”, “l’insieme delle tecniche che hanno per scopo la produzione e la prima lavorazione del ferro, della ghisa, dell’acciaio e delle ferroleghe” e “attività tecnologica intesa alla costruzione e manutenzione di macchine”. La prima definizione corrisponde al termine “chimica”, mentre la terza a quello di “meccanica”, i quali sono presenti nelle strette vicinanze della parola “siderurgia”; l’insegnante può farlo notare.

Un’altra tipologia appartenente alla categoria degli esercizi di completamento è quella del riempimento di dialoghi, la cui lunghezza e la cui complessità devono variare in proporzione al livello dei discenti. I dialoghi permettono di ricreare situazioni tipiche della quotidianità, dunque lo studente, una volta memorizzato il lessico nuovo, avrà la possibilità di farne uso a breve e non lo dimenticherà. Se ci si rivolge a una classe di principianti, che ha appena iniziato a studiare la lingua italiana, un testo da presentare potrebbe essere simile a questo:

«Anche stamattina all’Ufficio Postale c’è ________ lunghissima. Devo spedire ________ e ritirare delle ________ . Poi devo pagare ________ dello scooter e ________ alla rivista “Arte 3”. Ci saranno almeno quindi persone davanti a me: devo avere molta ________ !»[4].

Separatamente vengono suggerite le parole, con cui completare il dialogo. Nel caso dell’esempio qui sopra esse sono: il bollo, l’abbonamento, lettere raccomandate, pazienza, una coda, un pacco.

Se la classe è composta da studenti, che hanno già raggiunto delle competenze linguistiche di base o intermedie, si può proporre in alternativa un dialogo non legato alla quotidianità, ma dal contenuto più ludico, per stimolare un maggiore coinvolgimento, come nel caso del brano seguente, tratto da un romanzo fantasy di fama internazionale, il quale include anche degli indovinelli:

«Sono il signor Bilbo Baggins e non so dove sono, né m’importa di saperlo, se solo riesco a uscire ________.» «Forse dovremmo sederci qui e chiacchierare ________. Gli indovinelli ti piacciono, non è vero?» disse Gollum. «Benissimo. Comincia tu» disse Bilbo, perché non aveva avuto il tempo di pensare un indovinello. Così Gollum sibilò: «Radici invisibili ha, più in alto degli alberi sta, ________ fra le nuvole va e mai tuttavia crescerà». «Facile!» disse Bilbo. «È la ________, penso.» «Indovini così facilmente? Se tu domandi e io non rispondo, allora ti farò vedere la ________ !» «D’accordo! Trenta bianchi destrieri su un colle rosso battono e mordono, ma nessuno si è mosso.» Gollum sapeva la risposta: «Bazzecole. I ________!». Poi pose il suo secondo indovinello: «Non ha voce e ________ fa, non ha ali e a ________ va, non ha denti e ________ dà, non ha bocca e ________ fa». «Un attimo!» gridò Bilbo, ma poi gli venne in mente la risposta: «Il vento, naturalmente! Senza coperchio, chiave, né cerniera uno scrigno cela una dorata sfera». Quest’ultimo si rivelò un brutto ________ per Gollum. Sibilò tra sé e sé, ma non rispose; borbottò e farfuglio. Dopo un po’ Bilbo si spazientì: «Allora?». «Dammi un po’ di tempo…» Ma a un tratto Gollum trovò la risposta: «Le ________ !».[5]

Nel dialogo soprastante le parole mancanti, che lo studente deve cercare di inserire correttamente, sono: denti, di qui, enigma, grida, lassù, montagna, morsi, un pochettino, uova, versi, via d’uscita, volo.

Nello svolgimento di questo esercizio, il discente deve impegnarsi nella lettura e nella comprensione di un testo, che probabilmente lo coinvolge emotivamente nel tentativo di risolvere gli indovinelli, le cui risposte si trovano tra i termini nella lista che accompagna il dialogo. 

Qui di seguito propongo un esercizio simile ai precedenti, ma di maggiore impatto per la presenza di immagini. Si tratta di un estratto da un celebre fumetto per bambini,[6] il cui testo è stato parzialmente mutilato, eliminando alcuni termini, grazie all’impiego di un programma di grafica semplice. Questo esercizio può essere utilizzato anche con degli studenti adulti, in quanto non bisogna ritenere che le vignette vengano percepite come una situazione infantile, bensì possono contrastare l’eventuale ansia provata dal discente nello svolgimento di attività che lo pongono di fronte a termini completamente sconosciuti.

A fianco alle immagini lo studente avrà a disposizione la seguente lista di termini da inserire nei campi vuoti: avariata, inodore, lodevole, pietose, prevista, spiritoso, splendente, superscontata, capolavoro, colpa, crepa, Natale, odoraccio, odore, piacere, regalo, tariffa, vernice.

Le parole selezionate, che sono aggettivi o nomi, offrono spunti di riflessione per arricchire la lezione con l’introduzione di un nuovo argomento, oppure se è già stato trattato con un ripasso. Il trio odore-inodore-odoraccio, per esempio, può essere impiegato per introdurre l’utilizzo del prefisso negativo in-, in questo caso premesso al sostantivo “odore”, per la derivazione dell’aggettivo “inodore”, e per ricordare il contributo del suffisso peggiorativo -accio, in questo caso aggiunto al nome “odore”, per attribuire un valore spregiativo. Digressioni simili possono essere fatte anche nel caso della descrizione e dei dialoghi precedentemente esaminati.


[1] Council of Europe, Common European Framework of Reference for Languages: Learning, teaching, assessment (CEFR), Cambridge University Press, p.110, https://rm.coe.int/1680459f97.

[2] L’immagine è tratta da Pixabay: https://pixabay.com/it/photos/interno-soggiorno-mobili-camera-1961070/.

[3] Testo rielaborato da Atlante geografico per la scuola, Giunti Scuola, Firenze 2012, p. 129.

[4] Testo tratto da C. Lizzadro, E. Marinelli, A. Peloso (a cura di), Parlo italiano, Giunti Demetra, Firenze-Milano 2013, p. 75.

[5] Testo riebalorato da J.R.R. Tolkien, Lo hobbit o la Riconquista del Tesoro, Adelphi Edizioni, Milano 2002, pp. 92-95.

[6] Immagini rielaborate da Walt Disney, «I classici: le storie più belle» 253 (1997), pp. 6-8.

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