La prima declinazione e particolarità- Lezione di latino

Nella seguente tabella trovi la declinazione di un sostantivo appartenente alla cosiddetta prima declinazione.

La prima declinazione: declinazione di rosa

Per comprendere meglio come leggere la tabella, segui questi esempi:

rosam = sostantivo della prima declinazione, caso accusativo (complemento oggetto), numero singolare, traducibile con “la rosa”.

rosae = più soluzioni:

  • sostantivo della prima declinazione, caso genitivo (complemento di specificazione), numero singolare, traducibile con “della rosa”;
  • sostantivo della prima declinazione, caso dativo (complemento di termine), numero singolare, traducibile con “alla rosa”;
  • sostantivo della prima declinazione, caso nominativo (soggetto), numero plurale, traducibile con “le rose”;
  • sostantivo della prima declinazione, caso vocativo (complemento di vocazione), numero plurale, traducibile con “o rose”.

Potresti chiederti come si fa a capire se rosae si traduce come complemento di specificazione, come complemento di termine, come soggetto, o come complemento di vocazione. La risposta è semplice: devi capirlo dal contesto.

Ecco degli esempi, partendo stavolta dall’italiano, per farti comprendere cosa si intende per “capire dal contesto”:

Ho raccolto una rosa. ⇒ Ho raccolto rosam.
rosa in italiano è un complemento oggetto, quindi in latino avremmo trovato l’accusativo rosam
Davanti a una frase del genere, non ci sono dubbi: rosam può essere soltanto accusativo singolare.

Rosae sono belle.
Quando si traduce questa frase, bisogna chiedersi:
Può essere “Della rosa sono belle?” La risposta è no.
Allora può essere “Alla rosa sono belle?” La risposta è di nuovo no.
Dunque sarà “Le rose sono belle?” Stavolta la risposta è sì.
Abbiamo fatto più tentativi e abbiamo scelto secondo la funzione logica della parola nel testo, in altre parole in base al significato dell’intera frase, quindi in base al contesto in cui rosae è inserita.

La maggior parte dei sostantivi della prima declinazione è di genere femminile (come rosa), ma ne fanno parte anche alcuni sostantivi maschili che escono in –a (come poeta). I nomi femminili e i nomi maschili si declinano allo stesso modo.

Nella prima declinazione non esiste il genere neutro.

La prima declinazione: femminile e maschile

Avviene spesso che una regola di grammatica latina abbia delle particolarità, dette talvolta “ eccezioni”: ciò accade anche nel caso della prima declinazione. Vediamole qui di seguito:

Genitivo singolare –as
Si tratta di un antico genitivo, rimasto nell’espressione pater familias (idem con mater/filius/filia). Pater è un sostantivo di un’altra declinazione, mentre familias è un genitivo della prima declinazione che, in questa espressione, troviamo al posto del regolare familiae.

Dativo e ablativo plurali –abus
A volte si trovano nomi della prima declinazione con dativo o ablativo in –abus, oltre al regolare –is. Per esempio filiabus = alle figlie; servabus = alle schiave.
Lucio ha fatto un dono filiabus.
Come lo tradurresti? Lucio ha fatto un dono ….

Pluralia tantum
Ci sono alcuni sostantivi della prima declinazione che hanno soltanto il plurale (e spesso si traducono al singolare). Per esempio:
divitiae, -arum, -is, -as, -ae, -is (la ricchezza)
insidiae, -arum, -is, -as, -ae, -is (l’imboscata)
Gli uomini desiderano divitias. ⇒ Gli uomini desiderano la ricchezza (e non le ricchezze).

Sostantivi con significato diverso al singolare e al plurale
Ci sono alcuni sostantivi che al singolare hanno un significato diverso di quello al plurale. In questo caso è molto utile il vocabolario, che li riporta entrambi.
Per esempio:
aqua, -ae = l’acqua ma aquae, –arum = le terme
copia, -ae = l’abbondanza ma copiae, –arum = le truppe

La prima declinazione: il termine aqua

Il caso locativo
Si tratta di un antico caso, poi assorbito da quello ablativo; in origine era impiegato per indicare lo stato in luogo. Con i nomi di città o di piccola isola, invece, si trova ancora l’antico locativo.
La terminazione del caso locativo è –ae.
Esempio: Rom-ae = a Roma.


Lezione precedente: Che cos’è una declinazione?

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