Da’, dà o da? Quando si mette l’accento e quando l’apostrofo?

Non tutti sanno quando si deve mettere l’accento o l’apostrofo sul monosillabo da. Una regola della grammatica italiana stabilisce che in un caso specifico, che vedremo qui di seguito, l’accento è obbligatorio, mentre in tutti gli altri casi scriverlo è un errore di ortografia. Bisogna, inoltre, evitare di confondere l’accento ( ` ) con l’apostrofo ( ‘ ). Vediamo, dunque, le regole nel dettaglio, seguendo questo ordine: quando non si deve mettere né l’accento, né l’apostrofo; quando bisogna usare l’accento; infine quando va usato l’apostrofo.

senza l’accento

Quando si tratta della preposizione, si deve scrivere senza l’accento. Una preposizione è una parte invariabile del discorso, che si pone davanti a un nome, a un pronome, a un verbo all’infinito o a un avverbio.

Ecco alcuni esempi:

  • Vieni da me stasera per vedere un film?
  • Ho ricevuto questo regalo da mia nonna.
  • Alessandro vive in Francia da almeno tre anni.

Qual è un modo pratico per stabilire se stiamo scrivendo la preposizione, che non deve avere l’accento? Ragionare sul suo significato: se indica il verbo dare, non si tratta della preposizione, quindi non mettiamo l’accento.

Per approfondire sull’utilizzo della preposizione, è sufficiente cercare la voce corrispondente in un dizionario qualsiasi, come il seguente:

Dào da? Voce “da” nel Sabatini Coletti – Dizionario della Lingua Italiana.
Voce “da” nel Sabatini Coletti – Dizionario della Lingua Italiana.

con l’accento

Quando si tratta del verbo dare e, in particolare, del verbo coniugato al modo indicativo e al tempo presente della terza persona singolare (egli, ella, lui, lei, esso, essa), l’accento è obbligatorio.

Ecco la coniugazione del verbo dare, modo indicativo, tempo presente:
Io do
Tu dai
Egli dà
Noi diamo
Voi date
Essi danno

In questo caso (e solo in questo caso!) si usa l’accento, per distinguere il verbo dalla preposizione. L’accento, infatti, è obbligatorio in alcuni monosillabi per distinguerli da altri omografi di diverso significato.

Un caso simile è quello dell’avverbio e del pronome si. L’accento si usa proprio per distinguere l’avverbio dal pronome, per non confonderli. Se vuoi approfondire, vedi l’articolo: Sì con l’accento o si senza accento?

Esempi:

  • Questo suono mi molto fastidio.
  • Chiara un regalo a Vittoria per il suo compleanno.
  • Matteo spesso una mano a sua mamma con i lavori di casa.

con l’apostrofo

L’apostrofo si mette quando avviene un troncamento, ossia quando, nel nostro caso specifico, dal verbo dai si passa all’equivalente da’. Il troncamento, in generale, consiste nella caduta della vocale (o sillaba) finale di una parola. Per quanto riguarda il verbo dare, il troncamento avviene nel caso del verbo al modo imperativo e al tempo presente della seconda persona singolare (tu).

La coniugazione del verbo dare, modo imperativo, tempo presente è la seguente:

da’ (dai)
dia
diamo
date
diano

Esempi:

  • Da’ una mano a tuo padre, per favore!
  • Da’ un bacio alla mamma!
  • Scusami, da’ a Luisa questo documento urgente.

Qual è un modo pratico per scegliere tra l’accento o l’apostrofo? Domandiamoci chi o che cosa è il soggetto della frase, cioè chi o che cosa compie l’azione di dare. Se il soggetto è tu, allora mettiamo l’apostrofo. Se, invece, il soggetto è egli/ella/esso/essa/lui/lei, bisognerà usare l’accento.

Per concludere, analizza un caso simile: qui si scrive con o senza l’accento? Il dubbio è lecito, perché lo si trova scritto spesso in entrambi i modi. La risposta è disponibile nell’articolo: Qui o quì?

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