La Val Rosandra: boschi, torrenti e resti archeologici

In questo articolo vi voglio raccontare di un luogo speciale del territorio in cui vivo: la Val Rosandra, che è diventata una riserva naturale. Vale la pena di farle visita in ogni stagione, non solo per i paesaggi naturali, ma anche per le meraviglie che cela.

Il paesaggio

La Val Rosandra (come anche il paese di Bagnoli) prende il nome dal torrente Rosandra, che la attraversa.

Il torrente Rosandra
Il torrente Rosandra

Il paesaggio naturale di quest’area è di tipo prealpino, nonostante sia collocata a una quota altimetrica piuttosto bassa, inoltre è caratterizzato da fenomeni carsici superficiali e da grotte.

Visitare la Val Rosandra

La Val Rosandra offre numerosi sentieri percorribili a piedi o in bicicletta. Le grotte e i costoni che la caratterizzano, rendono la valle una meta adatta anche a speleologi e a rocciatori.

Cartelli all’ingresso della Val Rosandra
Cartelli all’ingresso della Val Rosandra

Immerse nella valle, inoltre, si trovano tracce antropiche di epoche passate: si tratta dei resti di castellieri, di un acquedotto romano e di un castello medievale. Ciò la rende attraente anche agli occhi degli appassionati di storia e di archeologia.

A proposito dell’acquedotto romano, me lo sono studiato per bene, visto il mio interesse per l’archeologia. Dunque ho deciso di parlarne in maniera più approfondita nel seguente articolo: Un acquedotto romano nella Val Rosandra

Ora, invece, passo a raccontarvi di altri punti di interesse nella Val Rosandra: il castello medievale, il cippo Comici, la chiesetta di S. Maria in Siaris.

Il castello di Moccò

Ben pochi tra i visitatori assidui della Val Rosandra sanno che, in mezzo alla vegetazione carsica, si nascondono le rovine del castello di Moccò di epoca medievale: è conosciuto da pochissimi e non vi sono cartelli che indicano la strada per raggiungerlo. I resti consistono in “poche pietre”, ma rintracciarle si rivela comunque interessante.

I resti del castello di Moccò in mezzo alla vegetazione
I resti del castello di Moccò in mezzo alla vegetazione

Per raggiugere i resti del castello, si segue il cartello per la Vedetta di Moccò, percorrendo il sentiero 15 del CAI, caratterizzato da una lieve pendenza e da poche rocce; talvolta ci sono degli scalini per agevolare il percorso. A un certo punto il sentiero confluisce in una strada asfaltata: qui si segue sempre il cartello per la Vedetta di Moccò, a cui si arriva in pochi minuti. Prima di arrivare alla vedetta, poco dopo la strada asfaltata, un sentiero non segnato sulla sinistra conduce alle rovine del castello.

Il castello fu costruito dai triestini nel Medioevo sull’altura di Moccò, perché essa offriva una posizione strategica per la difesa del territorio e il controllo della “via del sale”. Il documento più antico, che parla del castello, risale al XII secolo. Fu distrutto nel 1511.

Il torrente Rosandra con la neve
Il torrente Rosandra con la neve

Il cippo Comici

Il Cippo Comici prende il nome dal noto alpinista Emilio Comici (Trieste, 21 febbraio 1901 – Selva di Val Gardena, 19 ottobre 1940), che affrontò anche le pareti della Val Rosandra. Morì quando aveva quasi quarant’anni arrampicando nella Vallunga.

Per raggiungere il cippo Comici, dopo aver superato Bagnoli Superiore e l’ingresso della riserva naturale, si prosegue dritti, finché si arriva a un bivio con della segnaletica. A questo punto sono due le possibilità: si svolta a sinistra, seguendo il cartello per S. Maria in Siaris-Bottazzo (sentiero 1, il più facile), oppure si prende il sentiero nel bosco indicato dal cartello per la Sella M. Carso (sentiero 25, per il quale sono necessari gli scarponcini, se si vuole procedere tranquilli).

Io prediligo il sentiero 25, che attraversa il bosco fiancheggiando un costone. A un certo punto viene indicato di andare a sinistra per il sentiero 13, che sale fino alla cima, su cui si trova il Cippo Comici. Una volta arrivati sulla cima, bisogna camminare poche decine di metri sulla roccia in direzione del mare, prestando molta attenzione a dove si mettono i piedi (soprattutto se soffia la bora!), finché si arriva al Cippo Comici.

Una volta ammirato il panorama circostante, si può scendere, continuando per lo stesso sentiero senza tornare indietro. In alcuni tratti si deve camminare attraversando un ghiaione. Si arriva così alla chiesetta di S. Maria in Siaris.

La chiesa di Santa Maria in Siaris

La chiesetta si erge su una cresta rocciosa, dalla quale si gode di uno splendido panorama sulla Val Rosandra. In un documento del XIV viene citata come meta di pellegrini penitenti.

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