Nella lingua italiana, la lettera h è muta: non si pronuncia, quindi serve soltanto come segno grafico. E allora come si fa a sapere quando va scritta? Vediamo un po’!
Quando si usa la lettera h
Nella lingua italiana, la lettera h viene utilizzata in quattro casi:
- per dare alle lettere c e g il suono “duro” (gutturale) davanti alle vocali e ed i. Esempi: che, chi, chiesa, tasche, schiena, schema, architettura, chiave, vischio, fischio, maschile.
- in alcune voci del verbo avere: ho, hai, ha, hanno. A questo modo non si confondono con le parole pronunciate allo stesso modo (o, ai, a, anno), come è spiegato nel prossimo paragrafo.
- nelle esclamazioni. Esempi: oh! eh! uh! ahi! boh! beh!
- all’inizio di alcune parole di origine latina (habitat, humus, ecc.) o straniera (hotel, hostess, hobby, ecc.).
Stesso suono, grafia diversa
Alcune parole si pronunciano allo stesso modo, ma si scrivono diversamente: alcune con la lettera h, altre senza. La differenza sta nel loro significato, che bisogna conoscere, per evitare brutti errori di ortografia. Confrontiamo queste parole.
Ho: voce del verbo avere. O: congiunzione. Oh: esclamazione. Esempi: Ho sete! Beviamo una birra o del vino? Oh no, ho finito la birra!
Hai: voce del verbo avere. Ai: preposizione articolata. Ahi: esclamazione. Esempi: Ahi! Mi sono tagliata. Hai un cerotto? Sennò, puoi chiedere ai tuoi genitori se ne hanno uno? Vado a prenderlo in farmacia.
Ha: voce del verbo avere. A: preposizione semplice. Ah: esclamazione. Esempi: La nonna ha dato la ricetta a Marta? Ah, che peccato! Marta ha letto la ricetta?
Hanno: voce del verbo avere. Anno: nome. Esempi: I tuoi genitori hanno letto il resoconto dell’anno precedente? Tutti hanno detto che il 2020 è un anno da dimenticare.
Se hai (con la lettera h!!) ancora dei dubbi, puoi controllare nel vocabolario online di Treccani.